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Home>Archivio>Newsletter Luglio-Settembre 2021

Newsletter Luglio-Settembre 2021

Carissimi amici,

Spero abbiate trascorso delle buone ferie.

Oggi porto alla vostra attenzione due lavori scientifici che, sebbene con alcune limitazioni, affrontano il tema della chirurgia robotica nella pieloplastica in età pediatrica. La scelta dei due lavori si è basata sull’impatto scientifico in termini di numero di citazioni (per il primo articolo) e di disegno dello studio (per il secondo articolo).

Spero possano essere di vostro interesse.

A presto rivederci,

un caro saluto,

Alfonso Papparella


Has the robot caught up? National trends in utilization, perioperative outcomes, and cost for open, laparoscopic, and robotic pediatric pyeloplasty in the United States from 2003 to 2015

Briony K. Varda, Ye Wang, Benjamin I. Chung, Richard S. Lee, Michael P. Kurtz, Caleb P. Nelson, Steven L. Chang

J Pediatr Urol. 2018 Aug;14(4):336.e1-336.e8. doi: 10.1016/j.jpurol.2017.12.010.

Negli Stati Uniti l’intervento di pieloplastica eseguito con il supporto della chirurgia robotica ha subito un netto incremento nella pratica chirurgica. I vantaggi della laparoscopia e della laparoscopia robotica rispetto alla tecnica open sono rappresentati dal miglior risultato estetico, ridotto dolore post-operatorio e più breve degenza ospedaliera. Nonostante ciò, la tecnica robotica presenta costi più elevati che ne limitano l’utilizzo. In questa survey retrospettiva sono stati valutati tutti gli interventi di pieloplastica eseguiti per stenosi del giunto pielo-ureterale ed idronefrosi in pazienti con età inferiore ai 18 anni dal 2003 al 2015 in termini di costi e successo terapeutico. Dai dati emerge che il numero totale di pieloplastiche si è progressivamente ridotto del 7% circa all’anno. La riduzione ha interessato soprattutto la tecnica open (10%/anno) e la laparoscopia (12%/anno), mentre la laparoscopia robotica è aumentata del 29%/anno. L’incremento ha interessato soprattutto i pazienti con età superiore ad un anno, arrivando a rappresentare l’84% delle procedure eseguite negli adolescenti nel 2015. I risultati terapeutici appaiono sovrapponibili per le tre tecniche, mentre, per quanto riguarda i costi, questi sono nettamente superiori per la tecnica robotica rispetto alla open, con scarse variazioni annuali. I costi della tecnica open sono da attribuire principalmente alla sala operatoria ed al personale, mentre per l’approccio robotico allo strumentario chirurgico. Pertanto, considerando i costi e la mancanza di risparmio economico che era attesa nel corso degli anni (considerando una maggiore esperienza del personale nella tecnica robotica), gli autori concludono che al momento l’approccio robotico non risulta superiore a quello open.Tali risultati, sebbene siano ottenuti su una casistica molto numerosa (oltre 11000 pieloplastiche) vanno interpretati alla luce di alcune limitazioni. Tra queste, una è rappresentata dall’assenza di dati relativi al grado di soddisfazione dei pazienti, elemento che avrebbe potuto evidenziare maggiori benefici nelle tecniche laparoscopiche rispetto alla open. Inoltre, i risultati sono basati sui codici di patologia delle schede di dimissione ospedaliera e quindi non si è in grado di ottenere un quadro completo della clinica del paziente.

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A systematic review and meta-analysis of conventional laparoscopic versus robot-assisted laparoscopic pyeloplasty in infants

V.V.S. Chandrasekharam, Ramesh Babu

Pediatr Urol. 2021 Mar 19;S1477-5131(21)00125-X. doi: 10.1016/j.jpurol.2021.03.009.

In questa revisione sistematica della letteratura vengono confrontati i risultati di pieloplastica laparoscopica versus laparoscopia robotica nei lattanti. Negli ultimi anni la chirurgia mini-invasiva ha progressivamente sostituito la pieloplastica open in virtù della riduzione della degenza ospedaliera e del tasso di complicanze per i pazienti pediatrici con età superiore ad un anno. Nel caso dei lattanti, gli studi disponibili sono ancora scarsi e con risultati contraddittori. La limitazione principale all’utilizzo di tecniche mini-invasive in questo sottogruppo di pazienti riguarda il limitato spazio operatorio addominale. Dalla revisione della letteratura riportata in questo lavoro sono stati individuati 18 articoli: 10 sull’approccio laparoscopico, 7 sulla pieloplastica robotica ed un solo lavoro che include entrambe le tecniche. I lavori scientifici appaiono alquanto omogenei dal punto di vista metodologico. Dal confronto emerge che le due tecniche sono sovrapponibili in termini di successo terapeutico (97% per la laparoscopia e 94% per la chirurgia robotica), mentre la laparoscopia presenta tempi di degenza superiori rispetto alla robotica (1.9 giorni verso 1.3 giorni). In relazione ai tempi operatori, l’approccio robotico è inficiato da una durata operatoria significativamente superiore e da una maggiore incidenza di complicanze post-operatorie (16% dei casi verso 9% delle laparoscopie). Le complicanze riportate consistono per lo più in erniazioni attraverso la porta d’ingresso del trocar. Le maggiori dimensioni dello strumentario robotico rispetto alla laparoscopia convenzionale spiegano l’aumentata incidenza di tali complicanze. Probabilmente lo sviluppo di nuovi strumenti, adatti allo spazio operatorio addominale dei lattanti, potrebbe ridurre l’incidenza di tali complicanze e favorire l’applicazione della chirurgia robotica anche in questi pazienti. Questa revisione ha comunque dei limiti: l’eterogeneità nell’osservazione dei pazienti dovuta alla natura multicentrica degli studi, differenze nella qualità della curva di esperienza degli operatori tra i vari centri e le differenze temporali nella pubblicazione dei lavori. Infatti, dalla sintesi dei pazienti totali inclusi i pazienti sottoposti a laparoscopia sono il doppio della robotica e quindi la stima del tasso delle complicanze deve tener conto di queste variabili.

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